L’occasione della tristezza
Le emozioni sono occasioni. Ci danno la possibilità di guardarci dentro, di muovere quel che ristagna dentro di noi, di modulare l’energia. La fase autunnale è un momento molto importante per stare dentro se stessi e ritrovare quel che ci appartiene, come anche sciogliere ciò che non ci aiuta più nel cammino. Se non ci si mette nell’ottica dell’osservazione diventa difficile poter sentire. Si tratta di una vigilanza silenziosa e bella, che può coincidere anche con una disamina relativa al corpo. L’energetico e il fisico infatti sono collegati a filo doppio e l’analisi di quello che sentiamo a livello di ossa, organi e visceri è qualcosa che si trascura ma che in realtà è essenziale per tenere sempre il conto di come ci stiamo muovendo nel mondo e quali sono poi gli andamenti dentro noi stessi.
Le domande da porsi in questa fase autunnale: che rapporto sto avendo col cibo? Cosa sto coltivando e cosa ho trascurato? In cosa mi conviene investire emozionalmente e cosa è opportuno lasciar andare?
Questa disamina può essere accompagnata da emozioni di malinconia, ma si tratta di un movimento interiore che può diventare occasione, spinta, bellezza e spunto di trasformazione, evoluzione, vitalità.
Occhi nuovi verso le emozioni
Non è un caso che l’ultimo prodotto della Pixar, il film intitolato Inside Out, stia lasciando scie di commenti su social networks e sia diventato argomento di discussione tra amanti di cinema di animazione e non solo. Di fatto, il film è stato creato grazie al supporto e al contributo di psicologi professionisti e studiosi della mente di alto livello. La fruizione può sommariamente dividersi in due categorie di cui la prima è assolutamente entusiasta del film, soprattutto per il fatto che il personaggio che figura la tristezza sta a rivelare quanto indispensabile sia la passività per poter sentire, quanto utile sia anche il raccoglimento e l’attitudine malinconica. Chi invece non ha gradito il film ritiene di essersi trovato di fronte a un prodotto mediocre, con sceneggiatura discutibile, andamento molto didascalico e rappresentazione banalizzata di tutto il grande carico emotivo che ci portiamo dietro.
Di fatto però questo come altri prodotti artistici ci portano a considerare emozioni che spesso vengono eliminate, scacciate, come invece essenziali. Anche il pianto scatena una serie di benefici a livello di scarico emozionale che si riflettono subito sul soma, con annesso rilascio del diaframma e conseguente benessere di visceri come stomaco e intestino.
La visione Kinesiologica
Possiamo sintetizzare qualcosa che di fatto è difficile da ridurre, ma che ha un senso pieno quando vissuto sulla propria pelle e diventa un timone bellissimo attraverso cui muoverci nel mondo: il messaggio di fondo della kinesiologia è molto connesso all’idea che quel che è nel presente nel corpo è utile. Questo è il punto di base. Quel che sussiste nel momento presente è segnale, manifestazione, occasione di approfondire. Il corpo ci manda sempre piccole rivelazioni.
Quando interpellato, poi, attraverso il test kinesiologico il corpo diventa una fucina di segnali che il kinesiologo sensibile ed esperto sa raccogliere, senza nessuna urgenza di interpretazione. Chiedendo una spinta o un’opposizione di resistenza rispetto a determinati distretti muscolari si ottiene una risposta che non riguarda solo il muscolo ma tutta la fascia e altre aree neurologicamente associate a quel muscolo. Il terapeuta chiede al corpo, non rovina né impone. E va da sé che quindi nel corpo c’è tutto. Per questo va onorato, rispettato, ascoltato. In ogni stagione, osservando ogni cambiamento interiore con serenità.
Il modo migliore per prendere familiarità con questa disciplina è cercare un Kinesiologo della scuola tradizionale, che operi con rispetto di tutti i principi terapeutici legati al dialogo costante tra energetico, fisico ed emozionale. Per chiunque volesse avvicinarsi alla realtà della kinesiologia in Italia sotto il versante della formazione, segnaliamo che a Milano, e a Treviso, ci sono ancora posti diponibili per iscirversi alla Scuola Italiana di Kinesiologia Sistematica.